
Eccolo qui. E’ arrivato puntuale alle vigilia delle ferie. Puntuale come le zanzare tigre a marzo, come il faugno* che ti demolisce a giugno, come la tramontana che ti fa frizzare il sangue e ti sgonfia le caviglie a metà luglio.
E’ arrivato puntuale come le processioni delle Madonne in mare, i falò sulla spiaggia di San Lorenzo e il bagno di notte sugli scogli e le ronde della pizzica sconsacrate dai punka bestia ubriachi il giorno di San Rocco a Torre Paduli.
E’ arrivato puntuale come le trombe d’aria sullo Jonio appena passato Ferragosto, come il mare brillante e solitario e tutto mio di settembre.
Quando sto per tirare le cuoia pensando che non arriverò viva alle ferie e la speranza è annientata sotto una pila di burocrazie, marche da bollo e F24, bollette, multe, contributi volontari ed estorti, arriva il primo giorno di vacanza.
Mi sveglio leggera. Il mio bagaglio è solo uno zainetto di quelli che la figlia oggi giustamente schifa, anche se quel giorno di molti anni fa a Tours mi ha fatto una capa tanta perché non avrebbe mai iniziato le Medie senza quello zainetto lì, e perché, senza quello zainetto lì sarebbe stata bersaglio di mille bullismi.
E con tutta questa leggerezza francese di fiorellini rosa su fondo nero di uno zaino acquistato in un momento di estasi mamma-figlia, arriva puntuale il mio irritante ottimismo che pensavo seppellito per sempre sotto l’ultimo pagoPA.
Penso che tutto sarà possibile, anche uscire sana di mente da una chat delle mamme e a settembre accaparrarsi tutti i libri usati per la scuola da un’unica libreria on line.
Quindi buone vacanze.
Questa pagina stacca, ci vediamo il primo settembre.
Perché tutto è possibile, anche il silenzio.
ps. vi regalo questo timo selvatico fiorito sugli scogli: apprendiamo da lui l’arte di tirar fuori dalle pietre tanta bellezza
*l’umido appiccicoso del vento di scirocco