Ivan il matto. A stelle e strisce

Ivan il matto. A stelle e strisce

Lo ricordate Ivan il matto? La rubrica curata da Francesco Ria che sul Tacco d’Italia regalava amenità e profondissime riflessioni esistenziali ad alto tasso alcolico. Ora Ivan s’è trasferito in America, ma un pezzetto del cuore di Francesco è rimasto qui, in Italia, incrostato di salsedine e di scirocco, unto d’olio d’oliva e sporco di terra rossa. Ivan il matto ora è Ivan the mad.

A stelle e strisce è più caustico che mai.                      MM

 

di Francesco Ria

Cosa colpisce degli americani? La creduloneria. La classe media e bassa si beve qualsiasi cosa compaia in TV. Le emittenti locali trasmettono spot del tipo: “Hai problemi di debiti? Non riesci a pagare le tue cambiali? Vieni a trovarmi nel mio studio e non dovrai pagare più niente”. E non sto parafrasando. Messaggi del genere in Italia troverebbero un’accoglienza tiepidina: qualcuno ci cascherebbe, ma la gran parte di noi ha stampata nel codice genetico l’informazione che nessuno fa niente per niente. Qui ci credono. E il meccanismo viene replicato anche per i ceti di istruzione più elevata.

Abito in uno dei tanti complessi residenziali che popolano le città, soprattutto quelle universitarie come questa. Il concetto di speculazione edilizia piccolo borghese che ha spinto tante famiglie italiane a duplicare le loro proprietà immobiliari da mettere a reddito, qui non esiste. Se c’è da speculare interviene Donald Trump direttamente. E così, o si va nei campus universitari con costi importanti, oppure si cerca sistemazione in questi complessi dotati di tutti i confort (palestra, piscine, parchi giochi, ecc.). Il mio è popolato soprattutto da sudamericani e devo dire che non mi trovo male: c’è un’atmosfera che sembra Lido Conchiglie in estate, musica, bambini che giocano, barbeque, ma poi ad un certo orario, educatamente, tutti rientrano in un religioso silenzio. In città si è sparsa la voce che questo posto non sia sicuro perché ci sono stati alcuni furti (molti meno di quanti non ne accadano a Lecce, intendiamoci) e così in tanti hanno paura di entrarci. La suggestione dei mezzi di comunicazione è molto forte. E lo spirito critico in grande diminuzione.

Ricorda un po’ la propaganda berlusconiana degli anni d’oro: “Non la pensi come me? Comunista servo di Mosca”. Anche se il nuovo inquilino di Mosca è compagno di merende di Silvio. L’importante è evocare un nemico. E così capita di fare discorsi con laureandi parlando per ore solo del rischio di contrarre malattie veneree che letteralmente li atterrisce perhé hanno ascoltato un predicatore in TV che raccontava come un tizio che lui conosce ha incontrato una ragazza il cui cugino è morto dopo aver praticato sesso occasionale non protetto. Per carità, argomento importante, ma basta poco per potersi salvare…

Stesso schema si ripete nella religione. Ammiro le confessioni americane perché è tutto molto democratico. Il gregge elegge il pastore e ognuno si tassa per il bene della comunità. Non i 50 centesimi che il farmacista mette nel cestino durante l’offertorio nei nostri paesi. Qui si tolgono letteralmente il pane di bocca. E poi le opere caritatevoli sono veramente efficaci ed efficienti. Ma mi capita di discutere con giovani ingegneri, quindi persone che un minimo di razionalità dovrebbero averla sviluppata, e non riescono a discutere di religione se non citando a memoria brani del Vangelo come facevamo alle elementari con le poesie di Leopardi (credo non si faccia più imparare niente a memoria ai bambini, così un altro pezzo di eredità culturale italiana può essere dimenticata più facilmente). Pur frequentando per decenni le azioni cattoliche italiane, ne ho trovati pochi di bigotti come i ragazzi che vedo qui. Tutte le domeniche vado in una Chiesa Battista: musiche fantastiche, voci da brividi. E gente che cade letteralmente in trance mentre il pastore continua a ripetere che Gesu’ ci ama e vuole il bene per noi.

Un popolo facile da gestire, dunque, per chi ha un po’ di sale in zucca. Nessuna teoria del complotto, intendiamoci, non mi entusiasmano. Ma e’ un dato di fatto che una popolazione cosi’ scarsamente in grado di sviluppare pensieri propri sia molto molto malleabile e sensibile a qualsiasi messaggio. Profezia troppo facile quella che vede l’Italia nelle stesse condizioni tra vent’anni. Abbiamo sempre importato i modelli americani e di sicuro importeremo anche questo. Anzi, lo stiamo gia’ implementando altrimenti, spiegatemi chi cavolo l’ha votata la Boschi?!

Ci sono tanti aspetti positivi che mi entusiasmano. Ma immagino l’attenzione sia già calata in chi legge. Li racconterò presto.

Cheers.

 

Ivan the mad

Durham, North Carolina USA.

Marilù Mastrogiovanni
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