Festival della Valle D’Itria: creatività e originalità

Festival della Valle D’Itria: creatività e originalità

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Alberto TriolaGiunge quest’anno alla quarantunesima edizione il Festival della Valle d’Itria, da sempre crogiolo di creatività e originalità artistica, appuntamento estivo imperdibile per ogni melomane. Anche per questa nuova edizione il Festival si preannuncia fedele a quelle linee programmatiche che nel corso di quarant’anni di vita ne hanno garantito l’indiscusso successo in ambito internazionale. Merito soprattutto dell’esperta Direzione Artistica che, a partire dal compianto Rodolfo Celletti per arrivare all’infaticabile Alberto Triola, ogni anno sa offrire al suo pubblico opere inedite o comunque di scarsa circolazione, nel rispetto di imprescindibili linee guida che consentono al Festival di rinnovarsi ogni anno pur conservando la propria inconfondibile identità. Inaugurazione il 15 luglio con la nuovissima opera “Le braci” di Marco Tutino nella deliziosa cornice del Palazzo Ducale di Martina Franca.

 

Marco TutinoLE BRACI

Il sorprendente successo di “Nûr”, opera commissionata al compositore Marco Taralli ed eseguita nel 2012, ha inaugurato un nuovo fil rouge del Festival, consistente nel garantire alla creatività contemporanea una presenza significativa attraverso la commissione di nuovi titoli a compositori di prestigio. Il cartellone di quest’anno si aprirà pertanto con una nuova prima mondiale, ovvero “Le braci”, opera commissionata in collaborazione con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino a Marco Tutino, uno degli autori italiani viventi più rappresentati al mondo.

Da uno dei maggiori successi editoriali degli ultimi anni, l’omonimo romanzo di Sándor Márai, Tutino ha tratto anche il libretto dell’opera che, a detta del direttore artistico Alberto Triola, “… scava nelle pieghe intime del sentimento e degli affetti, scandagliandone gli aspetti più aggrovigliati e complessi. È la storia di un’amicizia tra due uomini, che si intreccia con la febbrile passione per una donna, ma parla anche di molto altro. I due vecchi amici, ritrovandosi dopo una lunga separazione, tornano a riflettere e discorrere su fatti occorsi moltissimi anni prima, quando erano giovani entrambi, e molto diversi; con un distacco che non raffredda il fuoco del sentire, ma piuttosto lo proietta nella dimensione vertiginosa dell’atemporalità, i continui flashback previsti dalla drammaturgia del libretto, in parte ripresi dall’originale, caricano la vicenda di ulteriore mistero e tensione catartica. Fino a rivelare un grande finale a sorpresa, questo del tutto originaleLeo Muscato. La musica di Tutino, che trova sovente ispirazione in soggetti drammatici di forte valenza emozionale, si incarica di evocare ciò che per sua natura non è facile, se non addirittura possibile, spiegare. E questo senza mai perdere il gusto e il valore del racconto, che nei suoi lavori prende spunto da vicende solo apparentemente intime e private per parlare di storie e accadimenti di ben più ampia porRoberto Scandiuzzitata: in questo caso, sullo sfondo del finis Austriae, quello del crepuscolo della cultura occidentale”.

Lo spettacolo, che andrà in scena il 15 luglio e il 1 agosto, vedrà la regia di Leo Muscato, già premio Abbiati 2013 come miglior regista d’opera, in collaborazione con Tiziano Santi per le scene. L’Orchestra Internazionale d’Italia sarà diretta per l’occasione dal giovane e promettente Francesco Cilluffo; nel cast artisti del calibro di Roberto Scandiuzzi e Alfonso Antoniozzi si affiancheranno a giovani talenti quali Romina Tomasoni, Angela Nisi, Pavol Kuban e Davide Giusti.

 

Nicola De GiosaDON CHECCO

L’approfondimento riguardante i musicisti della grande scuola pugliese-napoletana proseguirà quest’anno con il “Don Checco” di Nicola De Giosa (1820 – 1885), ultima propaggine di quel repertorio buffo che, a partire da “La serva padrona” di Pergolesi (1733), aveva visto la massima fioritura grazie al genio del grande Gioachino Rossini per stemperarsi poi nel languore Romantico dei due capolavori donizettiani “L’elisir d’amore” (1832) e “Don Pasquale” (1843). Nell’alveo della tradizione buffa di metà Ottocento, il Festival ha proposto nel 2013 l’opera “Crispino e la comare” dei fratelli Ricci; quest’anno sarà la volta del “Don Checco”, opera che il compositore barese Nicola De Giosa scrisse nel 1850 per il palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, passata alla storia anche come l’opera comica preferita da Re Ferdinando II di Borbone.

Il nuovo allestimento, prodotto in collaborazione con il teatro San Carlo di Napoli, andrà in scena il 21 e il 31 luglio. A tal proposito, il direttore artistico Triola ci fa sapere che “… La regia di Lorenzo Amato, le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Giusi Giustino rimandano a un mondo realistico e familiaDomenico Colaiannire, tipico di molte commedie di Totò; la vena malinconica che ne deriva dona un insolito spessore al sorriso che la vicenda dello squattrinato protagonista – complice un meccanismo comico di consumato mestiere teatrale – riesce a strappare anche al pubblico smaliziato di oggi. La parte del titolo – non solo teatralmente centrale ma vocalmente assai impegnativa – sarà affidata all’estro e alla sensibilità di Domenico Colaianni, affiancato da un gruppo di giovani affermati artisti, già noti al pubblico di Martina Franca, a partire dalla coppia degli immancabili innamorati: il giovanissimo tenore Francesco Castoro e il soprano Carolina Lippo, a cui si affiancheranno il baritono Rocco Cavalluzzi (tutti e tre pugliesi e usciti dai corsi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”) e il baritono Carmine Monaco, dall’irresistibile carisma temperamentale.  Dal podio li guiderà Matteo Beltrami, uno dei giovani italiani emergenti con più esperienza internazionale, al suo atteso debutto al Festival”.

07_Giovanni Simone Mayr

MEDEA IN CORINTO

Con la “Medea in Corinto” il Festival proseguirà quell’esplorazione del Belcanto tanto cara a Celletti, ovvero lo studio di tutto un repertorio a cavallo tra Settecento e Ottocento in cui, a partire dalla Riforma gluckiana, avrebbe trovato spazio la nuova vocalità Romantica. Il compositore tedesco Giovanni Simone Mayr (1763 – 1845) divenne famoso soprattutto in Italia, dove tra l’altro fu maestro di Gaetano Donizetti. Meno conosciuta della “Medea” di Cherubini, la “Medea” di Mayr è stata rivalutata in tempi moderni nel 1977 grazie alla superba interpretazione di Leyla Gencer nell’allestimento del teatro San Carlo di Napoli, lo stesso dal quale nel 1813 fu commissionata.

L’esecuzione martinese (in scena il 30 luglio, il 2 e il 4 agosto) potrà avvalersi della nuovissima e inedita edizione critica Michael Spyresdell’opera, curata da Paolo Rossini per Ricordi.

L’Orchestra Internazionale d’Italia sarà diretta per l’occasione da Fabio Luisi, direttore musicale del Festival nonché dell’Opera di Zurigo e del Metropolitan di New York. L’allestimento sarà curato dal regista Benedetto Sicca, rivelazione dell’edizione 2014 con l’ammiratissima messa in scena de “La lotta d’Ercole con Acheloo”. Un importante contributo allo spettacolo sarà quello dei danzatori di Fattoria Vittadini, che tornano a Martina Franca dopo il sensazionale e sorprendente debutto dello scorso anno, per il quale la compagnia ha ricevuto il Premio Abbiati della Critica. Nel cast si misureranno con i ruoli principali, decisamente impervi, quattro campioni del virtuosismo  internazionale: Davinia RodriguezMichael SpyresEnea Scala e Mihaela Marcu.

Carmela RemigioIl famoso tenore Michael Spyres sarà presente anche nel Concerto di Belcanto dedicato a Rossini, Bellini e Donizetti, al fianco del soprano Carmela Remigio, altro nome di fama internazionale, accompagnati dall’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto diretta da Giuseppe Grazioli.

 

Luciana SerraAppuntamento a Palazzo Ducale il 19 luglio: nella serata sarà consegnato il Premio Celletti 2015 al celebre soprano Luciana Serra.

 

L’INCORONAZIONE DI POPPEA

L’Accademia Rodolfo Celletti rappresenta un fiore all’occhiello per il Festival della Valle d’Itria, di cui garantisce la destagionalizzazione prendendosi cura per tutto l’anno di giovani talenti che hanno modo di approfondire vocalità e prassi interpretativa con l’aiuto di docenti d’eccezione. Ai giovani dell’Accademia sarà affidata (16, 17, 18, 26 e 29 luglio) la realizzazione de “L’incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi (1567 – 1643). Si tratta degli albori del melodramma, di quel “recitar cantando” in cui per la prima volta è individuabile una trama drammaturgica che dia senso alla partitura, innescando un nuovo modo di far musica che tanto sviluppo avrebbe avuto nei secoli a venire.

Antonio Greco, coordinatore musicale e docente di riferimento del repertorio antico a Martina Franca, guiderà dal cembalo un piccolo ensemble di strumenti originali, Cremona Antiqua, per la prima volta al Festival in formazione rigorosamente filologica. Il capolavoro di Monteverdi verrà eseguito nella cornice del Chiostro dGianmaria Alivertai San Domenico (dove l’anno scorso fu realizzato un memorabile allestimento dell’ opera “La lotta d’Ercole con Acheloo” di Steffani) in forma semiscenica curata da Gianmaria Aliverta, giovane enfant terrible dell’opera italiana, dal quale, per dirla con il direttore artistico Alberto Triola, “… è lecito attendersi una lettura non banale e certamente lontana da sterili estetismi”.

 

PER TUTTE LE ETA’ E PER TUTTE LE ORE

Accanto ai titoli principali, il programma del 41° Festival della valle d’Itria comprende una serie di iniziative musicali che si dipaneranno per tutta la seconda metà di luglio. Da segnalare anche quest’anno il Festival Junior, che impegnerà decine di bambini in età compresa tra cinque e undici anni nell’esecuzione di un titolo pensato appositamente per loro, ovvero “C’era una volta… Re Tuono”, opera di Daniela Terranova vincitrice del concorso Kinderszenen 2010 (28 luglio). Nella basilica di San Martino si terrà come sempre il Concerto per lo Spirito (22 luglio) dedicato quest’anno alla ricorrenza del centenario della Grande Guerra. Il 17 luglio la Masseria Luco di Martina Franca ospiterà il progetto Opera in Giardino, con una selezione del celebre “Barbiere di Siviglia” di Rossini in forma semiscenica, eseguita da giovani cantanti dell’Accademia diretti da Ettore Papadia. Senza dimenticare il Concerto Sinfonico (3 agosto) dedicato a Beethoven e Mendelssohn, interpretato dai due figli d’arte Min Chung (figlio del più famoso Myung-Whun) e Pavel Berman (figlio del più celeberrimo pianista Lazar), rispettivamente direttore e violino solista della serata. Completano il cartellone i concerti di mezzogiorno del ciclo “All’ora sesta”, quelli pomeridiani (ore 17,00) del ciclo “I concerti del sorbetto” e quelli notturni (ore 23,30) del ciclo “Canta la notte”, nonché i concerti da camera del ciclo “Novecento e oltre”.

Informazioni e programma dettagliato sul sito www.festivaldellavalleditria.it.

Marilù Mastrogiovanni
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