PUBBLICO IL COMUNICATO STAMPA DELL’UNIVERSITA’ DI BARI USCITO A SEGUITO DELLA MIA MISSIONE DI STUDIO E RICERCA NEL ROJAVA (SIRIA DEL NORD EST) A SETTEMBRE-OTTOBRE DEL 2024
Quante volte abbiamo detto a chi amiamo: “Vorrei che fossi qui”? Una ricerca portata avanti nell’ambito del dottorato in “Scienze delle relazioni umane” e del Larid, Laboratorio di ricerca didattica del Forpsicom potrebbe esaudire in futuro il desiderio di milioni di innamorati.
È perfettamente riuscito, infatti, l’esperimento di far dialogare in diretta l’ologramma in misura 1:1 di una docente in Jineoloji che si trovava presso l’Università del Rojava (Siria del Nord Est) con i praticanti del master in Giornalismo dell’Università di Bari, che l’hanno intervistata, interagendo con lei in tempo reale.
La ricerca è stata condotta da Marilù Mastrogiovanni, sotto la supervisione di Loredana Perla, docente di Pedagogia e didattica speciale e Direttrice del dipartimento For.Psi.com. Come previsto dai dottorati di ricerca PON Innovazione, lo studio è stato condotto in collaborazione con il partner tecnologico Predict spa, PMI innovativa dedita allo sviluppo di tecnologie nel settore dell’healthcare e, principalmente, nella diagnostica in vivo non invasiva.
L’Università del Rojava, nella Siria del Nord est, è stata l’accademia presso la quale si è completata la fase di testing.
“Il nostro Dipartimento sta investendo molto nella ricerca pedagogica e sui nuovi device tecnologici per la didattica: crediamo che i docenti dell’oggi e del domani debbano saper cavalcare le onde, anche anomale, dell’innovazione tecnologica, per immaginare modi sempre più coinvolgenti di insegnamento e apprendimento, senza mai perder di vista però l’umanesimo che deve rimanere alla base del nostro agire etico”, dice la prof.ssa Loredana Perla.
“Come Master in Giornalismo crediamo che, tenendo ben saldi i valori deontologici della professione, ogni strada vada esplorata se questa va nella direzione della del pensiero critico e la libertà d’espressione”, ha affermato il prof. Luigi Cazzato, coordinatore del Master in Giornalismo dell’Università di Bari.
“Siamo felici di essere partner accademico di questo innovativo percorso di ricerca. La Jineoloji, la “Scienza delle donne” – afferma Zilan Ehmed, del Dipartimento di Jineoloji dell’Università del Rojava – può essere davvero un paradigma scientifico rivoluzionario che va nella direzione dell’innovazione sociale e politica, del multiculturalismo, dell’autoderminazione degli individui e dei popoli. Qui, nonostante il quotidiano bombardamento da parte dei droni turchi e l’oppressione del popolo curdo da parte del regime di Assad, noi con il “Confederalismo democratico” stiamo costruendo un nuovo assetto politico basato sul costrutto “Jin, Jan Azadì”, ovvero “Donna, vita, libertà”. Ci auguriamo di poter continuare a collaborare con l’Università di Bari e il Larid-laboratorio di ricerca didattica, e che questo dispositivo di “liberazione dei corpi” possa contribuire al dialogo con il popolo curdo e alla valorizzazione delle sue istanze”.
L’azienda Predict ha lavorato con il suo team di Ricerca e Sviluppo, come partner tecnologico della ricerca di dottorato condotta da Marilù Mastrogiovanni in Pedagogia speciale e sociologia generale per individuare una soluzione smart che consenta di realizzare la tele-presenza olografica semplicemente utilizzando uno smartphone.
Grazie a questa innovazione, oggi è possibile, quindi, utilizzare uno smartphone o un tablet per collegarsi olograficamente da qualunque parte del mondo. È proprio quello che è accaduto in occasione del collegamento tra Università di Bari e Università del Rojava dal Kurdistan della Siria del Nord est.
“Siamo entusiasti di essere stati partner tecnologici di questo innovativo progetto di ricerca. Questa iniziativa con il Palco Olografico rappresenta un esordio importante per l’azienda, in quanto si tratta della sua prima sperimentazione all’estero. È un traguardo che prova le potenzialità dell’applicazioni di questa tecnologia, capace di aprire nuove strade nell’insegnamento e portare l’apprendimento a un nuovo livello. La missione di Predict è sempre stata quella di mettere la tecnologia al servizio delle persone, e crediamo che il Palco Olografico possa diventare uno strumento prezioso non solo per l’educazione, come già avviene, ma anche per il giornalismo e la comunicazione”, ha dichiarato Monica Carella, Monica Carella, Sales Manager Digital Healthcare.
I campi di applicazione sono ora tutti da esplorare: l’infotainment e l’edutainment sono quelli a cui si rivolge naturalmente il nuovo dispositivo, ma si possono anche immaginare scenari di connessione tra i più avveniristici. “La ricerca parte dallo studio con un approccio sociologico del movimento Ecofemminista italiano per arrivare a immaginare nuove modalità di connessione e interazione all’interno di community ristrette, usando gli ologrammi in presenza e in real time vcome strumento didattico che agevoli un apprendimento empatico e un maggiore coinvolgimento degli studenti”, afferma Marilù Mastrogiovanni giornalista e docente in giornalismo d’inchiesta presso il Master e il corso di laurea in Comunicazione di UniBa – Possiamo riportare in vita Dante o Cleopatra, che con la AI generativa potrebbero dialogare con gli studenti e parlare della loro vita e delle loro opere. Immaginate che in ogni scuola ci sia un palco olografico dove come se fossero davanti noi “in carne e ossa”, Rita Levi Montalcini, Simone De Beauvoir o AngelavDavis ci raccontano il loro pensiero. Oppure potremmo far incontrare in diretta, in tempo reale, sullo stesso palco olografico, personaggi che altrimenti non potrebbero mai spostarsi dai luoghi in cui si trovano a causa delle più varie ragioni, perché in zone di guerra, perché in carcere, perché in un campo profughi, perché non viene loro rilasciato il visto per ragioni politiche. Possiamo liberare i corpi e renderli non più il terreno dello scontro di ogni oppressione, ma uno strumento didattico per l’elaborazione del pensiero critico”.
Nella foto le praticanti del Master in Giornalismo di UniBa, Dalila Scagliusi e Maria Antonietta Mastropasqua con l’ologramma di Simva Ehmed